venerdì 1 febbraio 2013

-ellum


Approfittando di un articolo del direttore di Radici Rocco Femia a proposito della legge elettorale ho appena pubblicato sul blog del giornale un post sulla parola porcellum e sul suffisso relativo che è un aggiornamento di quello che avevo già scritto cinque anni fa sull'argomento, nel periodo in cui veniva proposta (lo avevo dimenticato) una delle tanti variazioni alla legge stessa che, in onore dell'allora segretario del Pd, era stata chiamata veltronellum. In quel post avevo identificato gli elementi principali di questo nuovo tipo di costruzione in italiano, di cui è difficile prevedere il successo a lungo termine e la durata ma che per ora sembra avere una certa produttività. Certo, ci sarebbe da sperare che la politica italiana non fosse interamente incentrata sul sistema elettorale, che dovrebbe rimanere un dettaglio tecnico appannaggio di qualche specialista di diritto. Fatto sta, però, che è così, e che questo ha permesso la nascita, nella nostra lingua, di un suffisso dal significato tanto specifico da designare non soltanto una legge, ma addirittura una legge elettorale. Con buona pace di chi vorrebbe restringere il novero dei significati che possono essere espressi da una costruzione lessicale a poche istruzioni semantiche generali valide per tutte le lingue a livello universale… 

Nel post di cinque anni fa avevo già identificato la genesi, la diffusione e le caratteristiche principali dei nomi di leggi in -ellum. Dal punto di vista puramente linguistico, le principali restrizioni che pesano su questi derivati sono il fatto di avere il nome di un politico come base (anche se esiste qualche eccezione), e, in virtù del prototipo che è mattarellum, di avere quattro sillabe e finire per -ellum. Come è normale per formazioni di questo tipo, il risultato finale è il meglio che si può fare per rispettare le restrizioni qui sopra a partire da una certa base. Ad esempio, se in un nome sono già presenti due l si può transigere sulle quattro sillabe (mastellum, porcellum, gli esempi sono quelli del 2007), se invece un nome ha già quattro sillabe si può rinunciare alle due l (ma ovviamente non a -um: calderolum, berlusconum), altrimenti si prende la base e si aggiunge -ellum. In cinque anni il suffisso non ha avuto una produttività enorme (i nomi di leggi elettorali concepibili non sono poi infiniti), ma, rispetto ai nomi di cinque anni fa sono riuscito comunque ad ampliare il campionario, e tutti gli esempi confermano le osservazioni che avevo fatto allora. Tra le novità che ho trovato, ci sono, ovviamente, quelle costruite sui nomi di politici, bersanellum, casinellum, montellum, napolitanum, scilipotum, dipietrellum, ingroiellum, prodellum, rutellum; ma anche regionellum e comunellum (o sindachellum) per le elezioni, rispettivamente, regionali e comunali, e infine pidellum, dal nome del PD e carroccellum per la Lega Nord. 

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